La CFL incontra Ermanno Olmi
Venerdì 26 giugno 2009, in occasione della proiezione del suo ultimo lavoro "Terra Madre", un folto gruppo di soci CFL ha potuto incontrare ed ascoltare dal vivo uno tra i più grandi registi cinematografici: Ermanno Olmi.
La chiacchierata informale, che ha preceduto la proiezione di "Terra Madre", ha coinvolto emotivamente la platea. Il regista nella sua terra d'origine, davanti ad una platea composta principalmente da Trevigliesi, nel presentare il suo ultimo lavoro incentrato sulla riscoperta dei valori più veri e profondi legati al rapporto Uomo-Terra, ci ha regalato con semplici ma incisive parole bellissime suggestioni che non dimenticheremo facilmente. La coinvolgente e commossa lezione di Olmi ha evocato esperienze legate alla nostra terra, che tutti i presenti in qualche modo hanno sicuramente condiviso. I ricordi delle sue estati passate a Treviglio, in campagna, il chiocciare delle galline nei torridi pomeriggi agostani, il profumo della frutta mangiata con gli occhi e con il naso prima che con la bocca, sono diventati magicamente anche i nostri ricordi.
Quanti dei presenti si sono pienamente identificati nelle esperienze di Olmi legate alla terra? Credo molti, soprattutto tra i meno giovani.
Ma la sfida del regista, perché in fondo "Terra Madre" vuol essere una sfida provocatoria, è proprio questa: la qualità della nostra vita, con buona pace del progresso, della scienza e della tecnologia, non può prescindere dalla riscoperta del corretto rapporto Uomo-Terra. Il sodalizio di ideali con Carlo Petrini di SlowFood, testimoniato dallo stupendo documentario (perché così è stato definito da Ermanno Olmi "Terra-Madre"), non può e non deve restare relegato nel limbo delle ideologie. Il movimento di cui Petrini è portavoce lo ha dimostrato ampiamente ed infatti buona parte dell'ultima fatica di Olmi presenta alcuni momenti degli incontri biennali tenuti da Terra Madre con la partecipazione di rappresentanti provenienti da ogni parte del mondo.
Credo in fondo che il messaggio ultimo di Olmi-Petrini sia che non basti essere consumatori intelligenti e sensibili al tema della produzione agricola biologica, ma che si debba e si possa fare qualcosa di più nei confronti della nostra Terra Madre.
Ma, per noi presenti alla serata o almeno per me, le suggestioni più belle ed emozionanti sono arrivate dalle sequenze della seconda parte del film. La bellissima fotografia realizzata dal figlio del regista unita alla magia della regia di Olmi, ci hanno regalato profonde emozioni.
La storia commovente di un uomo vissuto in perfetta simbiosi con la natura, sia pure in solitudine (caso estremo, ma che può aiutarci a capire come avvicinarci nel modo corretto alla terra) e le scene di vita agreste girate in un casale della Val d'Adige, ci hanno emozionato con la loro poesia fatta di cose semplici che Madre Natura (o Terra Madre) ci ha sempre regalato e che può continuare a regalarci. Lo stupore di un bambino di fronte ad una melanzana al giusto grado di maturazione, la goccia zuccherina nell'albicocca divisa a metà, colta dall'albero e assaporata lentamente in bocca: questo per citare alcune delle poetiche immagini cinematografiche che vogliono ricordarci quanto abbiamo perso allontanandoci sconsideratamente dalla Terra e disdegnando spesso i suoi insostituibili regali.
Grazie, Olmi, per questo ultimo capolavoro, che ci aiuterà a riscoprire e a rivalorizzare semplici ma inimitabili capolavori che Terra Madre può ancora donarci disinteressatamente.