Risparmio sociale e contante facile
Pecunia non olet. Il denaro non ha odore, sosteneva qualche nostro antenato. Naturalmente non erano tutti della stessa opinione, come oggi.
Una cosa è certa: il denaro non ha sempre la stessa dignità. È la moneta con cui viene pagato il lavoro, con cui compriamo ciò che ci occorre per vivere. È il sudato risparmio che ci dà un po’ di sicurezza nel futuro, è il sacrificio di un mutuo per comprarci la casa e mettere su famiglia.
Ma c’è anche il denaro del malaffare: tanto denaro, troppo. Dai grandi traffici di droga alle transazione in nero, il fatturato del malaffare muove montagne di denaro e le muove qui, in Italia, e in special modo nella ricca e opulenta Lombardia.
Ecco l’idea del risparmio sociale (o «prestito sociale», come viene definito dalla normativa). Utilizzare i soldi per finanziare le nostre idee, perché non è lo stesso finanziare un impianto fotovoltaico o una fabbrica di mine antiuomo. Non è lo stesso mettere i soldi in un’impresa che si propone di sostenere la solidarietà e i valori di sostenibilità sociale e ambientale o in una che massimizza i profitti per pochi potenti sempre più ricchi, e i soldi che depositiamo in banca non ci garantiscono in questo senso.